Immaginate un film: per guardarlo, premete il pulsante Play del vostro telecomando; se volete scorrere una parte, premerete il pulsante di Avanti Veloce; se invece volete andare più lenti, premerete il Rallentatore.
È ovvio che in Avanti Veloce o al Rallentatore la vostra visione del film sarà distorta: troppo veloce nella prima opzione, troppo lenta nella seconda.
Per una storia, funziona allo stesso modo e questa caratteristica è ciò che si chiama ritmo. Il ritmo, infatti, definisce la velocità con cui le scene vengono descritte, ma l’effetto finale deve sempre essere quello di una distribuzione equilibrata dei dettagli.
L’IMPORTANZA DEL RITMO
Potreste chiedervi adesso quali effetti possa provocare un ritmo sbilanciato all’interno della vostra storia. In linea teorica, gli svantaggi sono principalmente i seguenti:
- Il lettore non avrà il tempo di immaginare nel modo corretto tutte le scene da voi descritte; farà infatti una fatica enorme a ricreare l’immagine nella sua testa, perché sarà costretto a elaborare la scena successiva senza aver finito di ricreare la precedente. Il risultato sarà un Avanti Veloce tra le scene che, proprio come nel film, farà perdere al lettore un sacco di dettagli importanti (ambientazione, dialoghi, reazioni dei personaggi);
- Non è possibile far germogliare alcuna emozione nel lettore: infatti, quando una storia ha un ritmo sbilanciato, è molto difficile creare il climax giusto per la vostra scena o, al contrario, si può incorrere nel rischio di annoiare troppo il lettore. In entrambi i casi, non avete portato avanti il vostro dovere di scrittore, e cioè quello di trasmettere qualcosa (di buono).