Creare dei buoni personaggi – Gli insegnamenti della revisione

Secoli e secoli fa avevo parlato di come cominciare una storia (Qui); oggi vorrei parlare di come creare dei buoni personaggi.
Sebbene tra il dire e il fare ci sia di mezzo “e il” (XD), devo dire che, almeno in linea teorica, questa revisione mi ha insegnato alcune cose, e vorrei condividerle con voi 🙂
Proprio per questo non mi sento assolutamente nella posizione di poter dare delle “lezioni” su questo argomento; prendete il tutto come mere considerazioni scaturite dalla revisione, né più né meno XD

Ed eccoci al dunque: i personaggi. Nel post che vi ho linkato, avevo parlato di come introdurre i personaggi; ora vediamo un po’ come fare per crearne di buoni.

La revisione mi ha insegnato, prima di tutto, che i personaggi devono avere un’evoluzione. Quindi, come primo consiglio, direi che è importante definire lo stato iniziale del nostro personaggio e stabilire dove lo si vuol far arrivare.
Ora, la domanda è questa: come definisco lo stato iniziale? E come faccio a far evolvere il personaggio?
Per rispondere alla prima domanda, credo che inizialmente potete attribuire al vostro personaggio una qualsiasi caratteristica. Per citare l’esempio della mia storia, il mio Alan è un uomo che ha sofferto molto per amore, per via di un evento tragico (tranquilli, niente spoiler: se tutto va bene, lo saprete già dal primo capitolo XD), e che quindi ha difficoltà a legarsi a qualcuno o a far evolvere le sue relazioni in qualcosa di profondo; oppure abbiamo Madison, una ragazza di 23 anni che, nonostante l’età, non riesce ad affermarsi come adulta a causa della famiglia.
Ecco qua le nostre due situazioni iniziali. E scommetto che, anche se non vi dico nulla, saprete già quali sono le situazioni finali 🙂

Un appunto: fate in modo che il lettore si renda subito conto di quali sono le situazioni iniziali dei vostri personaggi. Questo non significa che dovete farlo subito nel primo capitolo per tutti i personaggi, ci mancherebbe; assicuratevi solo che il lettore lo capisca al cento per cento. Io ho fatto l’errore di non palesarlo e i personaggi sembravano statici e privi di evoluzione! Fate capire subito al lettore qual è il punto di partenza, sennò come fa a seguire l’evoluzione?

Ora, la prossima domanda. L’unico modo per far evolvere un personaggio è stuzzicare la sua area di pericolo (per maggiori informazioni su ciò, vi rimando alla prima lezione di Bonifacci, che sicuramente ne sa più di me sull’argomento: Qui). Se un personaggio ha paura dell’amore, sicuramente vi aspettate di trovare delle situazioni che lo costringeranno a scendere a patti con i suoi sentimenti, come per esempio un colpo di fulmine oppure eventi che lo metteranno faccia a faccia con la storia da cui è scappato e così via. Lo stesso vale per il personaggio che non riesce ad affermarsi come adulto: è ovvio che gli succederanno cose che faranno balzare agli occhi questa sua incapacità di emergere nella società, oppure eventi che metteranno in luce il suo lato più infantile (benché odiato), scatenando così un’ovvia reazione che porterà il personaggio a liberarsi delle sue catene.

Quindi, riassumendo: stabilite il vostro punto di partenza e fate sì che il lettore lo capisca. Stabilite poi il punto finale dei vostri personaggi, la persona che vogliate che sia dopo il vostro racconto. Dopodiché, divertitevi a mettere sempre i personaggi nelle situazioni che, per loro, sono quanto di più scomodo possa esistere.

Facciamo un esempio banale (e orripilante come al solito, ormai i miei esempi li conoscete XD).

Giorgio è un codardo, un uomo che ha paura di fare tutto e che teme la morte, e a causa di questo non riesce a combinare quasi niente nella vita. Il nostro Giorgio viene inviato chiamato per una missione, insieme a un gruppo di uomini, a bordo di una nave che usa un gas, le cui esalazioni sono molto pericolose per l’uomo, ma non letali se respirate in minima parte.
Durante una cena, a cui lui non partecipa perché stanco, i suoi compagni contraggono un’infezione alimentare, e sono fortemente indeboliti; subito dopo arriva un avviso su cui è scritto che parte del gas sta fuoriuscendo a causa di una falla, e che va subito riparata, altrimenti il gas si diffonderà e, nel peggiore dei casi, farà esplodere la nave.
Giorgio è l’unico che può riparare la falla, perché i suoi compagni sono malati; ma ha una paura tremenda, ha paura di morire, di non farcela a causa delle esalazioni del gas. Ma se si rifiuta di andare, potrebbe uccidere non solo se stesso, ma anche i suoi compagni (oppure lui potrebbe salvarsi buttandosi dalla nave, lasciando gli altri in balia del loro destino). Nel migliore dei casi, invece, le esalazioni potrebbero non colpirlo, e salverebbe così tutti.

Giorgio è paralizzato dalla paura, ma noi vogliamo che lui si evolva e che superi la sua paura per la morte. Magari esiterà, comincerà a piangere, a metà percorso vorrà tornare indietro. Gli tremeranno le mani, gli batterà il cuore per ogni nuvola di gas davanti ai suoi occhi che si trova costretto a respirare.
Ma, alla fine, ripara la falla e salva se stesso e l’intero equipaggio (e la nave).
Grazie al suo atto di coraggio, Giorgio ha superato brillantemente i suoi limiti, e la sua evoluzione gli permette di affrontare tutte quelle situazioni che, prima della storia, evitava con tutto se stesso. Giorgio si è evoluto e adesso ha il coraggio di prendere in mano la propria vita, senza paura.

Se volessimo fare uno schemettino di questa mini-storia, sarebbe più o meno così:

Situazione iniziale: Giorgio ha paura della vita e della morte, paura che lo rende inetto e passivo nei confronti della vita.
Evoluzione: Giorgio è costretto a riparare la falla, trovandosi di fronte, volente o nolente, alla paura della morte che, però, supera brillantemente.
Situazione finale: Giorgio, grazie agli eventi, ha in parte superato le sue paure, e adesso non è più spettatore passivo, ma uomo che ha preso in mano la sua vita.

Purtroppo a chiacchierare sono brava, ma a mettere in pratica questi insegnamenti un po’ meno! Credo che solo dopo tanta pratica si riesca a fare proprio questo concetto. L’unica cosa che so è che, al prossimo racconto, prima di inventare dei personaggi “così” e inserirli in eventi “così”, ci penserò due volte 🙂 Ho già intenzione, prima della stesura, di fare anche un minuscolo schemettino di due righe, ma almeno saprò qualche percorso interiore vivranno i miei personaggi, visto che con Naughty Blu ho fatto un bel po’ di fatica per far quadrare i conti in questa revisione.

Bene, vi saluto 🙂 Se per caso avete altri consigli su questo argomento, lasciate pure un commento su questo post! Come ho già scritto non ha alcuna pretesa di “insegnare” qualcosa, sono solo osservazioni nate dalla revisione 🙂
A presto, e sappiate che la revisione è quasi conclusa *__* Fremo dalla voglia *__*
Alla prossima 🙂

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