Gli eventi di una storia e come iniziare un racconto

Ultimamente, mi sto divertendo a “studiare” la scrittura e, contrariamente a quanto si possa pensare, mi vengono molte più idee (buone)! Gli esercizi di scrittura che sto facendo mi hanno portato a elaborare alcune teorie su ciò che sono gli eventi di una storia.

Dividerei questi eventi in due categorie:

  • Eventi relativi al personaggio
  • Eventi relativi alla trama

Parliamo degli eventi relativi al personaggio: questo genere di eventi sono quelli che fanno chiedere al lettore “come reagirà Tizio in questa situazione?”. Li definirei gli eventi portanti della storia, senza i quali il lettore chiuderebbe il libro dopo due minuti. Perché in realtà, al lettore non interessa leggere di storie straordinarie, ma ama seguire le vicende personali dei personaggi che ama, vuole vederli reagire di fronte a situazioni o scelte che li coinvolgono da vicino. Ovviamente non è tutto oro quello che luccica. Li definisco il segreto per un buon racconto, ma c’è un dettaglio non trascurabile: i personaggi. Se vogliamo che il lettore si ponga la fatidica domanda che vi ho illustrato prima, è necessario che i personaggi siano ben sviluppati e credibili. Per questo credo che, almeno agli inizi del racconto, si debba ricorrere agli eventi relativi alla trama.

Gli eventi relativi alla trama sono quegli eventi fini a loro stessi, quelli che fanno domandare al lettore “che cosa accadrà adesso?”. Sembra una buona domanda, ma secondo me non lo è. Perché se l’evento riguarda solo la trama, al posto del mitico eroe che salva il mondo potrebbe starci un pesce nella sua boccia d’acqua. In questo genere di eventi il lettore non va avanti per i personaggi che sono coinvolti, ma solo per leggere di qualche fatto. Per questo credo che non se ne debba abusare, proprio perché le trame, alla fin fine, sono quelle, e non è alle trame che il lettore si affeziona. Poi certo, se uno riesce a creare buoni personaggi e un’ottima trama, ha tutta la mia stima (e un po’ della mia invidia). In sostanza userei questi eventi per condurre il lettore verso qualcosa di più grande, per invogliarlo a continuare la lettura mentre costruisce le basi (descrizione dei personaggi e via dicendo).

A questo mi sono chiesta come si dovrebbe iniziare un racconto. Ovviamente sarebbe fantastico usare il primo tipo di eventi, ma se il lettore non conosce i nostri personaggi, come possiamo sfruttarli? Direi che si possono proporre due soluzioni.

La prima, adottata da molti scrittori, è il perdersi nelle descrizioni. Non lo dico con accezione negativa, anzi. Usare qualche pagina o capitolo per introdurre personaggi, magari con eventi relativi alla trama giusto per non far annoiare il lettore, per poi passare agli eventi relativi al personaggio quando si hanno solide basi. In genere sono libri che partono molto lenti ma che poi riservano grandi sorprese. Bisogna solo avere la bravura di far arrivare il nostro lettore al punto clou (mica roba da poco).

Altrimenti, si può adottare un altro sistema, un po’ più complicato: introdurre col contagocce i personaggi nei primi capitoli. Secondo me il difetto di questa tecnica è che spesso gli inizi tendono ad essere plateali, per poi risultare totalmente sconnessi con il resto della storia. E lo dico perché io stessa sono caduta nel tranello qualche anno fa! Per ovviare a tutto ciò sarebbe bene partire con una scaletta già fatta, anche solo per avere un’idea della storia. Per la verità, avrei anche pensato a un esempio per questa tecnica, sperando che non sia troppo orripilante.

Una donna scappa da un gruppo di soldati e, dopo una gran corsa, si rifugia in una chiesa.

Detto così non è una gran cosa: è un evento della trama, magari vogliamo sapere cosa accadrà, facendo affidamento a quello che ci suggerisce l’esperienza comune. Andiamo avanti.

I soldati si fermano nella navata centrale della chiesa, e si guardano intorno in cerca della donna. All’improvviso, questa esce e, senza dire una parola, si ferma davanti a loro.

Non è una gran cosa neppure questo, ma intanto l’atteggiamento della donna ci sorprende: si vorrà sacrificare? Tenterà di parlare con loro? Piano piano stiamo mostrando una piccolissima porzione del carattere della donna. Proseguiamo.

All’improvviso, dal nulla, la donna tira fuori un mitra e lo punta contro il gruppetto di soldati. Non può fare a meno di notare il Marchio Rosso: sono Eretici, senza dubbio. Sul suo volto compare un sorrisetto compiaciuto e maligno.

A quanto pare la nostra amica è un tipo spavaldo. Sarà un bluff? È un mitra giocattolo? O è una spietata assassina che tra poco sparerà a tutti? In ogni caso, abbiamo appreso che,  sia che sia un bluff che la realtà, questa donna ha il coraggio di mettere in pericolo la propria vita.

I soldati la sbeffeggiano chiedendo perché impugna una palesissima arma giocattolo. La donna, senza alcuna esitazione, dimostra con una risata malvagia che un giocattolo non è. “A morte gli Eretici! Siete la feccia dell’umanità!”.

Ma nessuno sarà in grado di raccontarlo.

Adesso abbiamo imparato che questa signorina non si fa scrupolo a sparare a una decina di persone. Cosa sappiamo ora? È spavalda, coraggiosa e spietata. Proviamo ora a inventare per lei un altro evento, che stavolta sarà proprio un evento del personaggio.

Compiaciuta per la strage fatta, la donna gironzola per la chiesa in cerca di qualche tesoro. Ma mentre si fa largo in una piccola cappella, dietro una panca scorge, rannicchiato e tremante, un bambino. Lo guarda più da vicino e inorridisce: quello è proprio il Marchio Rosso.

A questo punto, il lettore si chiederà (siamo sicuri? XD) che cosa accadrà. Ma la domanda non è tanto se il bambino morirà o meno. Il lettore si chiederà se la donna reagirà sparando oppure no. Perché un pochettino l’abbiamo inquadrata, e siamo curiosi di sapere come lei reagirà in quella data situazione. Non sarebbe stata la stessa domanda se avessimo inventato questo evento per un prete buono o un cagnolino scodinzolante.

Se invece di tutta questa tiritera avessi scritto solamente

Una donna si rifugia in una chiesa per sfuggire a dei soldati. Decide di esplorarla e si dirige verso la cappella: lì trova un bambino rannicchiato e tremante.

ci saremmo sì interrogati sul seguito, ma al posto della donna poteva starci il prete buono o il cagnolino scodinzolante. In altre parole, non era interessante. In generale, l’evento “una donna trova un bambino piagnucolante in una chiesa” non è un grande evento. Ma per noi sì. Perché? Questa è la domanda focale.

Qualcuno potrebbe contestare l’esempio dicendo che l’evento è interessante perché la donna è esageratamente fuori dagli schemi e va contro il senso comune: per questo propongo di immaginare bene o male lo stesso contesto. La donna però non è una spietata assassina; è anzi piuttosto normale, solo che odia i bambini. Supponiamo che questo aspetto emerga nel momento in cui i soldati pensano di avere in pugno la donna. Questa poi riuscirà a fuggire, si rifugia nella cappella dove troverà il solito bambino. I soldati in lontananza si avvicinano. Che fare? Scappare e lasciare il bambino al suo destino, o salvare il bambino e sacrificarsi? (comincio a pensare che questo esempio sia più calzante, mannaggia).

Bene, dopo avervi annoiato con questa lunga dissertazione ma, soprattutto, con questo esempio tremendo, vi lascio per andare alla ricerca di nuovi esercizi.

Alla prossima!

P.S. : che farà la donna? Sparerà o no? Penso che nessuno lo saprà mai…

Be Sociable, Share!

Comments

comments

3 pensieri su “Gli eventi di una storia e come iniziare un racconto

  1. Alle prese con un corso di scrittura stavo cercando qualche approfondimento sugli eventi di un racconto è ho trovato il tuo blog. Di solito non sono il tipo da lasciar commenti, ma ti vorrei ringraziare per il tuo articolo. La spiegazione è ben fatta, chiara ed esaustiva (mi ha schiarito le idee).
    Inoltre spulciando sul sito ho scoperto che scrivi su EFP, anche se non leggo storie originali (solo fanfiction, o meglio li scrivo perché non trovo ciò che mi interessa) cercherò di leggere le tue e di lasciarti pure una recensione.

    PS Se ti interessa ti liscio il link del corso che sto seguendo: http://www.sulromanzo.it/2009/04/come-scrivere-un-romanzo-in-100-giorni.html

    Alla prossima…

    1. Ciao, che piacere ricevere il tuo commento! Sono felice che in qualche modo ti abbia aiutato. Spero di poter scrivere altre riflessioni sulla scrittura mano a mano che diventerò più brava (si spera!) 🙂
      Sì, scrivo su EFP, e al momento sono alle prese con la mia nuova long Naughty Blu (non si era capito? 😀 ). La trovo una storia valida, ma ha un inizio un po’ lento – sto cercando di delineare i personaggi e al contempo di far andare avanti la trama, per cui posso capire che inizialmente sia difficile addentrarsi nella lettura. Spero comunque che possa piacerti in qualche modo ^^
      Ti ringrazio per il link al corso, ci darò volentieri un’occhiata! Tutto ciò che può aiutarmi a migliorare è ben accetto 😀 Ti consiglio anche il corso che puoi trovare nella barra orizzontale dei link sul blog, mi ha aiutato tantissimo.
      A proposito, il tuo nick su EFP qual è? Io sono il tuo opposto (non sono molto il tipo da fan fiction), ma leggo volentieri qualcosa!
      A presto!

      1. Su EFP il mio nickname è Anthony91ita, ho ripreso l’account da poco (6 mesi circa) dopo averlo abbandonato per qualche anno. Non ti sentire in dovere di leggere le mie “storie” perché fanno c****e (sono i soliti progetti di cui si perde l’interesse dopo pochi giorni. E’ normale quando non si ha una storia da raccontare, fatta eccezione dell’ultima, la sto continuando come esperimento di scrittura personale).
        Il corso di Fabio Bonifacci lo scoperto qualche hanno fa, diciamo che mi ha aperto gli occhi su come scrivere.

        PS.Ho letto il prologo della tua storia, anche se non è il mio genere la seguirò per vedere dove va a parare.

I commenti sono chiusi.