[Opinione] Corso Herzog, Firenze – “Lavorare in editoria. Il consulente letterario e il redattore nelle case editrici”

Ho frequentato l’edizione 2015 del corso per redattore nelle case editrici della Herzog e, dopo quattro mesi dalla fine, penso di poterne dare una valutazione piuttosto oggettiva.

Partiamo dalle informazioni generali: il corso si è tenuto dal 9 novembre al 22 dicembre 2015, quindi è durato circa un mese e mezzo. Il costo è di 520€ per un totale di 30 ore, distribuite tra il lunedì e il venerdì in orario 18-20. Il corso è quindi l’ideale per chi lavora e non ha un costo eccessivamente alto. Oltretutto, per gli studenti più meritevoli, è previsto anche uno stage.

Ma il gioco vale la candela?

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Come migliorare il ritmo di una storia

Immaginate un film: per guardarlo, premete il pulsante Play del vostro telecomando; se volete scorrere una parte, premerete il pulsante di Avanti Veloce; se invece volete andare più lenti, premerete il Rallentatore.
È ovvio che in Avanti Veloce o al Rallentatore la vostra visione del film sarà distorta: troppo veloce nella prima opzione, troppo lenta nella seconda.

Per una storia, funziona allo stesso modo e questa caratteristica è ciò che si chiama ritmo. Il ritmo, infatti, definisce la velocità con cui le scene vengono descritte, ma l’effetto finale deve sempre essere quello di una distribuzione equilibrata dei dettagli.

L’IMPORTANZA DEL RITMO

Potreste chiedervi adesso quali effetti possa provocare un ritmo sbilanciato all’interno della vostra storia. In linea teorica, gli svantaggi sono principalmente i seguenti:

  1. Il lettore non avrà il tempo di immaginare nel modo corretto tutte le scene da voi descritte; farà infatti una fatica enorme a ricreare l’immagine nella sua testa, perché sarà costretto a elaborare la scena successiva senza aver finito di ricreare la precedente. Il risultato sarà un Avanti Veloce tra le scene che, proprio come nel film, farà perdere al lettore un sacco di dettagli importanti (ambientazione, dialoghi, reazioni dei personaggi);
  2. Non è possibile far germogliare alcuna emozione nel lettore: infatti, quando una storia ha un ritmo sbilanciato, è molto difficile creare il climax giusto per la vostra scena o, al contrario, si può incorrere nel rischio di annoiare troppo il lettore. In entrambi i casi, non avete portato avanti il vostro dovere di scrittore, e cioè quello di trasmettere qualcosa (di buono).

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I dodici errori più comuni nella scrittura

Nella mia piccola esperienza come scrittrice e beta-reader, mi sono accorta che gli scrittori alle prime armi incappano in errori comuni, per fortuna di semplice risoluzione.
In questo articolo, vediamo quali sono i dodici errori più comuni nella scrittura, nella speranza che possa diventare un vademecum di rapida consultazione in caso di dubbi (sì, anche quelli atroci che ci vengono dal nulla).

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[Recensione] Storia di una ladra di libri – Markus Zusak

Questo pomeriggio, parliamo del recente caso letterario: Storia di una ladra di libri, di Markus Zusak, altrimenti conosciuto come “La bambina che salvava i libri”.
Ho comprato questo libro perché ne avevo sentito parlare molto bene da diverse persone che stimo, così sono andata a colpo sicuro e l’ho comprato a scatola chiusa, senza conoscerne nemmeno la trama.
La vicenda si può riassumere nel modo seguente:

“Germania, 1939. Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel scorge un libriccino nascosto nella neve e lo ruba. Comincia così la storia di una piccola ladra e del suo amore per i libri, che diventano un talismano contro l’orrore che la circonda. Per salvarli, è pronta a strapparli ai roghi nazisti o a sottrarli dalla biblioteca della moglie del sindaco. Ma quando la famiglia putativa di Liesel accoglie un ebreo in cantina, tutto cambia: il mondo della ragazzina diventa all’improvviso più piccolo. E, al contempo, più vasto.”

Come dicevo, ho comprato questo libro spinta dall’ondata di entusiasmo di persone che lo avevano letto prima di me, oltre al fatto che aveva ricevuto un’attenzione mediatica non indifferente. Ho cominciato questo libro con grandi aspettative, che in parte sono state deluse.

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Il problema della coerenza stilistica all’interno di una storia

L’articolo di oggi riguarda la coerenza stilistica, cioè la capacità di un autore di mantenere, per ciascun personaggio, uno stile coerente con la sua caratterizzazione, dall’inizio alla fine della storia.

Affinché ciò possa avvenire, è necessario, prima di tutto, stabilire uno stile adatto al personaggio che si sta trattando.

Ma come si fa a definire lo stile di un personaggio? E come si può fare per mantenerlo coerente per tutta la durata della storia?

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Descrivere i personaggi: i due errori più comuni (e come evitarli)

In questo post, parleremo di come descrivere i personaggi. Di come crearne ne avevamo già parlato tempo addietro, in questo post, ma oggi vorrei focalizzare l’attenzione su alcuni errori che si commettono quando si è alle prime armi.

I personaggi sono l’anima del nostro racconto, talvolta anche più importanti dell’intreccio stesso, ed è dunque essenziale che siano caratterizzati a dovere. Quando si inizia a scrivere, però, spesso non si è del tutto consapevoli di come renderli vivi e a tutto tondo.

Infatti, magari avete cominciato a scrivere la vostra storia e vi siete resi conto che i vostri personaggi non sembrano avere vita propria; vi appaiono piatti e stereotipati, vorreste provare a dar loro più vita, ma ogni tentativo sembra solo una forzatura. Se ci aggiungiamo poi il confronto con altri autori, ecco che l’autostima scende a zero, e cominciamo a domandarci com’è possibile che i loro personaggi sembrino così veri, mentre i nostri sono più piatti di una foglia secca.

Dar vita a personaggi autentici è una delle sfide più ardue dell’intera scrittura, ma possiamo provare a esaminare quelli che considero i due errori più classici quando ci si addentra in questa impresa. Questo articolo non ha la pretesa di accompagnarvi nell’intera caratterizzazione dei personaggi, ma di partire dagli errori più comuni e darvi la spinta giusta per proseguire.

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“Ho perso l’ispirazione”: come ritrovare la voglia di scrivere

Un paio di articoli fa, abbiamo parlato del blocco dello scrittore e di come superarlo. Nello scrivere quell’articolo, però, ho dato per scontato che la storia in corso suscitasse in voi un qualche interesse.

Può succedere, però, che talvolta si cominci a dubitare della propria storia, con conseguente perdita dell’ispirazione e della voglia di scrivere.

La domanda sorge spontanea: come ritrovare il desiderio di scrivere e portare avanti il proprio lavoro? Prima di rispondere, cerchiamo di capire cosa può rappresentare la scrittura per ciascuno di noi.

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Le trappole della scrittura: comportamenti inspiegabili

Sono ormai passati più di dieci anni da quando ho pubblicato, su un noto sito, la mia prima storia originale. Ero molto orgogliosa del mio piccolo lavoro, pensavo che fosse una storia originale e piena di colpi di scena…

… Peccato che fossi l’unica a pensarlo.

I PRIMI PROBLEMI
La storia in questione ha come protagonista un adolescente gay, Matt, che vorrebbe tanto fare la conoscenza del ragazzo che gli piace, Angelo. Con un pizzico di incoscienza, però, Matt perde una rivista omosessuale abbastanza compromettente mentre è a scuola, scatenando in lui tutta una serie di tensioni e paure, visto che nessuno sa che è gay. Per un caso fortuito, comunque, i due ragazzi effettivamente fanno conoscenza e sembrano andare abbastanza d’accordo, così, insieme a due amiche, decidono di organizzare un’uscita a quattro.
Qualche giorno prima dell’uscita, però, Matt riceve un messaggio di Angelo dove questi gli dice che è uno stronzo e di non farsi vedere mai più.

Ai lettori la domanda è sorta spontanea: perché?

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Le trappole della scrittura: il blocco dello scrittore e come superarlo

Quante volte vi capita di iniziare una storia, spinti dall’onda dell’entusiasmo? Magari riempite pagine e pagine di quello che pensate essere un capolavoro, per poi incappare nel guaio più temuto da ogni autore: la pagina bianca. E, in quel momento, capite che il blocco dello scrittore ha colto anche voi: il cursore di Word lampeggia senza sosta e voi non avete idea di come sconfiggere quel mostro bianco…

Insomma, a chi non è successo di incappare nel blocco dello scrittore? Ci sono dei modi per poterlo superare?

In questo articolo, vi dirò qual è il mio personale metodo per uscire da questa situazione; non è detto che valga per tutti, ma, come si suol dire, tentar non nuoce!

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