[Opinioni] – Corsi di editoria e scrittura in tutta Italia

State cercando un corso di editoria e/o scrittura e non sapete da che parte rifarvi? Avete paura di spendere soldi per un corso per cui non vale la pena?

Siete capitati nel posto giusto!

In questo post, infatti, raccoglierò le opinioni di tutti i corsi di editoria e scrittura di tutta Italia. L’elenco non è ovviamente completo, ma sentitevi liberi di lasciare la vostra esperienza in un commento, in modo da poterlo arricchire!

Le recensioni sono divise principalmente per città, perché alcuni corsi hanno sedi dislocate in tutta Italia.

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[Recensione] Norvegian Wood – Haruki Murakami

Prosegue la mia rubrica di recensioni, stavolta riguardante Norvegian Wood, di Haruki Murakami; un libro che, nonostante la trama talvolta lenta, mi ha presa molto.

La morte, spesso, è un’occasione per riflettere sulla vita. È proprio questo che fa Toru Watanabe, in viaggio verso Amburgo, nel momento in cui ripensa all’evento che gli ha sconvolto la vita diciassette anni prima: la morte di Kizuki, suo grande amico, e gli eventi che hanno travolto la fidanzata di lui, Naoko.

Il libro è strutturato come un lunghissimo flashback, che ripercorre le tappe fondamentali del Toru adolescente e giovane adulto: il vuoto lasciato dall’amico, l’amicizia con Naoko e le difficoltà della ragazza nel superare il lutto, la vita universitaria, la conoscenza di Midori.

Ogni tappa viene percorsa ancora una volta, filtrata dalla voce del protagonista, per giungere ad un’unica conclusione: la morte non è l’antitesi della vita, bensì un suo complemento.

Norwegian Wood è proprio questo: un inno alla vita.

Credo lo si possa riassumere così, davvero. Il romanzo non segue una trama in senso stretto, ma racconta la vita di Toru Watanabe, segnato da un terribile lutto in età adolescenziale: la morte del suo amico Kizuki. Questa morte spezzerà una serie di equilibri e certezze nella vita di Toru, e così accadrà anche alla giovane fidanzata di Kizuki, Naoko, continuamente in bilico tra l’andare avanti e rimanere ferma all’attimo in cui tutto è cambiato.

Alla fine, si tratta di scelte. Scegliere se restare legati a un passato che non tornerà e che inevitabilmente ci travolge, o se provare ad andare avanti, tendere verso la vita.

Ci sono persone che scelgono di fermarsi, di unirsi alla schiera di coloro per cui il tempo non scorrerà più, e ci sono altri che, nella titubanza e nel senso di colpa, quantomeno provano a tornare alla normalità.

È stato questo il messaggio più forte che mi ha trasmesso il libro e ci è riuscito talmente bene da far passare in secondo piano altri personaggi degni di nota. Tali personaggi sono un contorno, persone più o meno di passaggio nella vita di Toru, ma nessuno, come Naoko, è stato capace di farmi percepire il senso di cristallizzazione che porta la morte. Un ragazzo che muore a diciassette anni avrà diciassette anni per sempre, mentre la nostra vita va avanti.

Un bel tema su cui riflettere, uno di quei libri che ti costringe a fissare il vuoto qualche minuto dopo averlo finito, che ti lascia qualcosa dentro.

Oltre a questo, spendo due parole per l’edizione. Avrei piacere di dire al correttore di bozze che le virgole sono gratis, perché, davvero, alcune frasi sono state completamente distorte dalla mancanza di un’adeguata punteggiatura. Un esempio su tutti, che mi ha fatto ridere (e piangere, sigh) per mezz’ora: “Nel primo pomeriggio, finito di mangiare Kizuki (…)”. Una virgola avrebbe salvato la vita al povero Kizuki, ahimè. Ovviamente la frase corretta era: “Nel primo pomeriggio, finito di mangiare, Kizuki (…)”.

Detto ciò, ho trovato questo libro molto intenso e meritevole di lettura. Do 4/5 per il contenuto, un generoso 3/5 per l’edizione.

E voi, l’avete letto? Cosa ne pensate?

Alla prossima!

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[Recensione] The Dome – Stephen King

Salve a tutti!

Con questo articolo, voglio inaugurare la sezione “Recensioni” sul mio blog. Il primo libro che ho scelto di recensire è “The Dome“, di Stephen King, un mattone da oltre mille pagine che mi ha lasciata decisamente stremata.

Direttamente dal sito Mondadori, riporto di seguito la trama:

“È una tiepida mattina d’autunno a Chester’s Mill, nel Maine, una mattina come tante altre. All’improvviso, una specie di cilindro trasparente cala sulla cittadina, tranciando in due tutto quello che si trova lungo il suo perimetro: cose, animali, persone. Come se dal cielo fosse scesa la lama di una ghigliottina invisibile. Gli aerei si schiantano contro la misteriosa, impenetrabile lastra di vetro ed esplodono in mille pezzi, l’intera area – con i suoi duemila abitanti – resta intrappolata all’interno, isolata dal resto del mondo. L’ex marine Dale Barbara, soprannominato Barbie, fa parte dell’intrepido gruppo di cittadini che vuole trovare una via di scampo prima che quella cosa che hanno chiamato la Cupola faccia fare a tutti loro una morte orribile. Al suo fianco, la proprietaria del giornale locale, un paramedico, una consigliera comunale e tre ragazzi coraggiosi. Nessuno all’esterno può aiutarli, la barriera è inaccessibile. Ma un’altra separazione, altrettanto invisibile e letale, si insinua come un gas velenoso nel microcosmo che la Cupola ha isolato: quella fra gli onesti e i malvagi. Tutti loro, buoni e cattivi, dovranno fare i conti con la Cupola stessa, un incubo da cui sembra impossibile salvarsi. Ormai il tempo rimasto è poco, anzi sta proprio finendo, come l’aria…”

Una trama accattivante, non c’è che dire. Ma andiamo per ordine.

Il libro, almeno nella mia versione, supera le mille pagine e si snoda attraverso le vicende della piccola cittadina di Chester’s Mill, le cui duemila anime sono state intrappolate all’interno di una Cupola invisibile.

La Cupola fa aumentare presto l’insofferenza dei cittadini, che decidono così di cercare in Big Jim, secondo consigliere della città, un riferimento che possa guidarli fuori da questa crisi, di cui non si conosce né l’origine, né la durata.

L’idea del libro è sicuramente originale, ma il finale, che ovviamente non vi rivelerò, lascia un po’ con l’amaro in bocca, perché, dopo mille e passa pagine, ti aspetti qualcosa di eclatante, che dia un senso alle vicende che hanno accompagnato il lettore per questa lunga avventura. Invece si ha l’idea che sia stato un po’ sbrigativo, che il senso del libro fosse un altro, quello di trasmettere un messaggio che, a mio parere, poteva essere espresso con migliore efficacia tramite un racconto breve di un centinaio di pagine.

Per tutta la durata del libro, ci si aspetta uno scontro tra il bene e il male, ci si aspetta che la caratterizzazione di ogni personaggio abbia un fine all’interno della trama; e invece, in questo finale, ogni differenza viene appiattita, rendendo di fatto inutile l’aver speso centinaia e centinaia di pagine sulle vite dei cittadini.

Vorrei spendere due parole anche sull’edizione di questo libro, che reputo pessima. A parte un errore grammaticale gravissimo (“non c’è l’ha”), spesso la traduzione è fatta in modo approssimativo (ho trovato espressioni inglesi tradotte alla lettera!), la punteggiatura scarseggia in modo scandaloso e, talvolta, mancano accenti sui passati remoti e apostrofi! Insomma, capisco che il libro sia lungo, ma non credo che la casa editrice abbia problemi a reperire un paio di correttori di bozze all’altezza.

Devo dire che questa scarsa professionalità della casa editrice mi ha delusa non poco. Ahimè, è un fenomeno che riscontro sempre più frequentemente nell’ambito dell’editoria, e non solo nella narrativa. Spesso mi chiedo come sia possibile che io, una semplice ragazza non addentro al settore, sia stata in grado di notare una quantità di strafalcioni allucinante, passati invece inosservati a coloro che sono pagati per farlo.

In definitiva, tre stelle per la trama, due stelle per l’edizione assolutamente vergognosa.

Voto finale: 2,5/5.

E voi? Avete letto questo libro? Cosa ne pensate?

(Recensione tratta dal sito Cerca il tuo libro – Trova la tua prossima lettura!)