Terzo esercizio di scrittura (wow!)

Presa da un raptus creativo, ho incredibilmente steso il terzo esercizio di scrittura! E vi dirò di più, è una sorta di “seguito” del precedente. Ero un po’ titubante all’idea, perché avevo paura di non riuscire a rispettare le direttive dell’esercizio. E invece credo che sia venuto benino. Ma vabbè, bando alle ciance, eccovi il terzo esercizio!


Erano ormai due giorni che si trovavano in quella foresta. Ma Legis non era affatto tranquillo. Era stato “finalmente” convocato da un sottoufficiale del Comandante Magister, e sapeva bene che cosa lo aspettava. E infatti, dopo pochi minuti, il sottoufficiale tornò, conducendolo nella ampia e confortevole tenda del Comandante.

« Si sieda, Tenente Legis. »

Il Comandante indicò una poltrona davanti a lui, e Legis accolse il suo consiglio. Tentò di non tradire alcuna emozione, ma sentiva il cuore a un passo dall’uscirgli dal petto e le gambe molli. Il Comandante lo fissò per alcuni istanti, in silenzio, dopodiché estrasse un foglio. Legis dette una rapida occhiata: sembrava un dossier.

« Questa » disse il Comandante indicando il foglio « è la persona che stiamo cercando. Alcuni sostengono che sia una bambina, altri un’adolescente. » Il Comandante buttò la schiena indietro sulla poltrona. « Ma questo non ci interessa. Tenente Legis » e a questo richiamo Legis si drizzò « le affido il compito di trovarla. »

La mente di Legis viaggiò alla velocità della luce. Pensò subito che trovarla era la parte meno difficile; l’avrebbe consegnata, e avrebbe trovato poi un modo per farla scappare.

« E… » proseguì il Comandante,  destando Legis dai suoi pensieri. « di ucciderla. »

Legis rimase ammutolito. Il Comandante gli aveva appena ordinato di uccidere la ragazza che occorreva per il grande Progetto? Era forse impazzito?

Il Comandante rise.

« Caro, caro Legis. Non devono interessarti i dettagli. Devi ucciderla. Non mi interessa come e quando, devi solo farlo. E come prova » disse il Comandante, avvicinandosi alla scrivania « voglio la sua testa. E se non avrò la sua, avrò la tua. »

Il Comandante si rimise comodo, dopodiché si accese un sigaro.

Legis annuì, si congedò e uscì nuovamente nella foresta. Si portò in disparte dai suoi compagni; voleva pensare da solo. La sua mente ricominciò a perdersi in un groviglio: ovviamente non se la sentiva di commettere un omicidio, ma disubbidire all’ordine avrebbe significato la sua morte; e dato che lui era l’unico a conoscenza del progetto e in grado, anche solo in minima parte, di fermarlo, non poteva permettersi di morire. Certo, avrebbe potuto trovare la ragazza e vagabondare con lei; in qualche modo avrebbe eluso la strettissima sorveglianza del Commando, che si trovava in ogni dove.

Sì, avrebbe fatto così. Ricordava bene le parole della lettera  – “Ricordandole che da ora in poi fa parte del Progetto e che dunque ogni tentativo di sommossa, ribellione, ammutinamento o divulgazione saranno punite con la massima pena…” – ma non ebbe dubbi. Doveva solo partire alla ricerca della ragazza. E non c’era tempo da perdere: si incamminò verso la sua tenda pensando alle cose da portar via.

« Ehi, salva-vecchiette! Dove vai tutto di corsa? »

La voce alla sue spalle – che riconobbe essere, purtroppo, di Joe – lo costrinse a fermarsi.

« Che vuoi, Joe? »

L’uomo si avvicinò, e gli fece un sorrisetto.

« Quanto astio, caro Tenente. E invece mi sa che da oggi in poi dovrai trattarmi meglio, se non vuoi farti venire troppa bile. »

Legis aggrottò le sopracciglia.

« Già, caro Tenente. Il Comandante mi ha dato ordine di partire con te. Vedo che stai facendo i salti di gioia. Io invece, caro Tenente, sono proprio contento. Almeno vedo di tenerti d’occhio. Tu non mi convinci, e lo sai. E adesso muoviti e vai a fare le valigie! »

« Non permetterti di darmi ordini! »

Joe si avvicinò ancora di più.

« E invece mi permetto. Cosa farai sennò, rapporto al Comandante? »

Legis fece per ribattere, ma si trattenne. Sarebbe veramente dovuto partire con Joe? Si avviò verso la sua tenda: non voleva sentire altro da lui.

E ora, cosa ne sarebbe stato del suo piano, con quel mastino alle calcagna?

Secondo esercizio di scrittura

Rieccomi! XD Be’, in realtà era pronto da un po’, dovevo solo aggiungere il finale ma mi stava fatica XD E quindi ho ritardato il tutto…

Parlando della storia, questa volta il protagonista è un uomo, un tenente per la precisione, coinvolto suo malgrado nelle intricate tele del suo Commando… ma vi lascio alla lettura (be’, in realtà potete anche non leggere, è più una cosa catartica)!

 ps. mi sono accorta che ha tolto tutta la formattazione della pagina XD Mi spiace cari lettori 🙁


Legis era sempre stato ligio al dovere. Quando ancora l’Impero e l’organizzazione Corona non avevano preso il comando d’ogni cosa, lo Stato lo aveva insignito non di rado di numerose medaglie al valore. Aveva strappato donne dai loro aguzzini, condotto bimbi spaventati in strutture dedicate, convinto pazzi omicida ad abbassare la pistola. Eppure, adesso che era stato assunto – con la forza – al Commando dell’Organizzazione, era stato costretto a nascondere  tutte le sue onorificenze in un cassetto ben sigillato del suo ufficio; e molti dei suoi, ormai giustiziati, lo avevano considerato per questo un codardo. E forse qualcuno poteva pensare che i suoi avessero pure ragione, quasi come se fosse diventato il braccio destro del diavolo.

Ma Legis aveva un piano.

Alla Base si vociferava da tempo di uno strano esperimento: aveva udito i soldati definirlo “PRM” o semplicemente “Progetto” (e spesso si era chiesto cosa potessero significare la R e la M), e sospettava che fosse condotto in zone dell’edificio che non comparivano nemmeno sulla pianta. Si era presto immaginato che la cosa non fosse delle più pulite; ma la cosa che più di tutte aveva sconvolto Legis, era che il nucleo vitale di tutto ciò pareva essere rappresentato da alcuni bambini e la loro –presunta – energia nascosta. Le voci gli sembravano troppo insistenti per essere un banale pettegolezzo; e ciò gli aveva permesso di capire che, ormai, ciò che stava accadendo al Commando era più di una semplice voce.

Per questo aveva elaborato un piano: scendere a patti con la sua moralità e rimanere al Commando, nel tentativo di poter fermare l’esperimento e salvare vite innocenti. Non aveva capito in che modo i bambini venissero utilizzati: se fossero destinati alla morte o a qualche forma di non-vita. Sapeva solo che non poteva permettere che una cosa del genere scivolasse sotto i suoi occhi; temeva questo fantomatico Progetto, ed era disposto a qualunque cosa pur di fermarlo.

 Qualcuno bussò alla porta del suo ufficio. Era Joe, il suo superiore; in mano teneva una busta sigillata.

“Buongiorno Tenente Legis. I piani alti mi hanno detto di consegnarle questa” e buttò sprezzante la busta sul tavolo.

“Ti ringrazio Joe”. Legis fece un sorriso tirato. Prese la busta tra le mani, e si assicurò che il sigillo fosse intatto; se qualcuno avesse provato ad aprire la busta, se ne sarebbe senz’altro accorto. Joe si incamminò verso la porta; ma quando fu ormai sulla soglia, si voltò.

“Ah, ero già passato stamani, ma non c’era. Cos’è, aiutava le nonnette ad attraversare la strada?”. Joe ridacchiò, dopodiché chiuse la porta dietro di sé.

Per quanto trovasse irritanti le stupide battute di Joe, fu rassicurato dal pensare che la sua indole buona era emersa solo dal suo atteggiamento al Commando. E finché poteva rimanere là in incognito, non aveva nulla da temere.

Incuriosito, comunque, decise di aprire la lettera. Come avanzava di riga in riga, sbiancava sempre più.

          Tenente Legis,

le scrivo questa lettera innanzitutto per ringraziarla. Fin dal primo momento che ha preso servizio al nostro Commando, ha sempre dimostrato grande serietà, prontezza di spirito e affidabilità. La sua presenza è preziosa per il nostro corpo armato, nonché di grande esempio per i più giovani e i sottoufficiali. Meritevole dei più grandi elogi, lei rappresenta l’orgoglio del nostro corpo armato, il coadiuvante delle più coraggiose e impegnative imprese. Proprio per questo, desidero metterla al corrente di un progetto segreto e riservatissimo. La preghiamo di chiudere o nascondere immediatamente la presente missiva nel caso in cui sia presente qualcun altro al momento della lettura, o se prevede l’arrivo di altro personale nel tempo prossimo. Le ripeto nuovamente che deve mantenere il più stretto riserbo per quanto starà per leggere. Questo segreto dovrà essere riservato a lei e lei soltanto.

È con grande onore che le comunico che lei, da questo momento, entra a far parte del segretissimo Progetto di Rinascita Mondiale. Contiamo fermamente sulle sue grandi doti dimostrate nel periodo di permanenza al Commando, e ci auguriamo che le metta al servizio di questa maestosa impresa.

Un fidato sottoufficiale si metterà in contatto con lei per concordare luogo e tempo dell’incontro che desidero tenere con lei, ove discuteremo i dettagli.

Ricordandole che da ora in poi fa parte del Progetto e che dunque ogni tentativo di sommossa, ribellione, ammutinamento o divulgazione saranno punite con la massima pena, la saluto cordialmente.

Comandante Magister.

Primo esercizio del corso di scrittura

Finalmente ho trovato il tempo per stendere questo esercizio. Riporto in breve, dalla pagina Lezione Uno, il testo dell’esercizio:

“Per costruire il racconto, cominciate come vi pare e proseguite come volete, ma alla fine questo “inizio di storia” deve avere gli elementi di cui abbiamo parlato: un personaggio che ha un desiderio e una paura, da cui si evince la sua  “area di pericolo” (che è anche il tema), poi c’è un inizio di trama che lo spinge a fare scelte non casuali ma connesse alla sua “area di pericolo“. Fate muovere anche i personaggi che gli stanno intorno, ma cercate di crearli in modo che siano funzionali allo scopo, cioè che servano a mettere nei guai il protagonista, non in modo gratuito, ma rispetto ai suoi punti deboli.”

La lunghezza è massimo di 2-3 cartelle: una cartella sono 1800 caratteri (ho sbagliato nel post precedente), alla fine ho scritto 2 cartelle che sono circa 3/4 di una pagina word. Pochino, dunque, per sviluppare molto la storia. Bisogna condensare, e ammetto di aver avuto qualche difficoltà. Probabilmente nessuno si chiederà come andrà a finire dopo averlo letto, ma insomma, ci vuole esercizio. A ogni modo, ecco qui il testo (cliccate per leggere): Continua a leggere “Primo esercizio del corso di scrittura”