Quarto esercizio di scrittura partorito!

Finalmente, dopo qualche tempo, sono riuscita a dare alla luce il quarto esercizio. Devo dire che il telefilm Chuck mi ha ispirato, anche se il nome Sara è indipendente dal telefilm XD In tutta sincerità, avevo scritto un altro esercizio, però alla fine mi sono accorta che non rispettava molto i canoni richiesti (in altre parole, non era troppo interessante), e quindi credo che lo terrò privatamente nel mio hard disk XD

Parlando dell’esercizio che vi propongo oggi, devo dire che l’ho scritto un po’ di getto, senza pensare troppo alle direttive dell’esercizio (ultimamente mi succede spesso, sarà un segno buono o cattivo?), però alla fine del racconto mi sono posta diverse domande, per cui penso che sia abbastanza riuscito ^^ Ma bando alle ciance, ecco il testo:

(ps. ho notato che cliccando su Continua a leggere, vi reindirizza sì alla storia, ma salta un rigo… per cui appena cliccate scorrete un po’ la rotellina del mouse  XD)


« Non riesco a credere che siamo ancora vivi! »

« Già. Quel maledetto… ci ha traditi! Sperava di farci saltare in aria, e invece… »

« E invece è solo merito tuo se siamo ancora qui, Kevin. Sei arrivato proprio al momento giusto, sarebbe bastato solo un secondo in più… »

« Per fortuna ho avvertito subito il pericolo. Adesso, però, dobbiamo fuggire. Sono sicuro che Marshall informava costantemente i suoi per rivelargli la nostra posizione. Sanno già dove siamo, dobbiamo scappare, e in fretta! »

Sara annuì. I due raccolsero in fretta e furia le loro cose, e si inoltrarono nel bosco. Camminarono per circa un’ora, almeno stando alla loro primitiva interpretazione del sole, finché non sbucarono in una radura.

« Dai, riposiamoci qui. » disse Kevin, facendo cenno a Sara di sedersi con lui sul ceppo di un albero.

Fortuna volle che il loro zaino fosse ancora popolato da qualche provvista, che i due divorarono in pochissimo tempo. Sara provò a distendersi sull’erba, appoggiando la testa sul ceppo. Kevin invece sembrava irrequieto.

«Mi sembra di sentire dei rumori. »

« È solo suggestione, Kevin. Come potrebbero trovarci? »

« Sì, forse hai ragione. Ma chi ti dice che quel bastardo non ci abbia messo addosso qualche dispositivo di localizzazione? Il suo scopo era farci fuori, può aver architettato di tutto. Inoltre, ovviamente, è scampato all’esplosione. »

Sara si rizzò.

« Mi stai mettendo inquietudine! »

Kevin tentò di ribattere.

« Sssh! Aspetta! Forse… forse ho sentito qualcosa. »

Seguì un attimo di silenzio, ben presto spezzato dallo scalpitio di zoccoli al galoppo.

« Sara, non so come ma ci hanno trovato! Presto, scappiamo! »

Kevin afferrò la ragazza per un braccio e la strattonò via con sé. Corsero spericolati per il bosco, mentre quella mandria inferocita di uomini e cavalli li inseguiva. Appena li sentivano più vicini, si inoltravano nel bosco, tentando di nascondersi; ma per qualche assurdo motivo, i cavalli tornavano sempre indietro, costringendoli a una nuova ed estenuante fuga.

Ormai stremati, si fermarono. E, ben presto, furono circondati.

Davanti a loro si ergeva un uomo incappucciato sul suo destriero. Dopo un attimo di esitazione, scoprì il suo volto. I due fuggitivi rimasero a bocca aperta.

« Marshall! »

Lo sguardo dell’uomo si diresse verso Kevin.

«Pensavi fossi morto, vero? E invece non ce l’hai fatta. Sara, » disse l’uomo, avvicinandosi a lei « non sono io l’impostore. » Indicò Kevin. « È lui che vuole vederci morti! È lui che ha messo la bomba e cercato di farci saltare in aria! »

Kevin si alzò imponente.

« Non ti permetto di prenderla in giro così! Volevi ucciderci, sei solo un assassino! »

« E allora come facevi a sapere quando la bomba sarebbe esplosa? »

« Ti ho visto. Tu che estraevi il telecomando dal taschino… »

« Sara! Non credergli! Sta mentendo! »

« Sei solo un assassino Marshall! »

« Adesso smettetela! »

Le grida di Sara ammutolirono i due uomini. La ragazza si avvicinò ai due; guardò prima Kevin, poi rivolse a Marshall uno sguardo di disprezzo.

« Hai cercato di ucciderci, Marshall. Ci hai traditi. E per di più, non so in che modo, continui a pedinarci! Inoltre… »

Marshall la fermò.

« Non dire nient’altro Sara. Hai fatto la tua scelta. »

Detto ciò, Marshall tirò le redini del suo cavallo e fece cenno ai suoi di andarsene. Ma, prima di sparire nella selva, rivolse un ultima frase a Kevin.

« Non la ucciderai. »

 

I due rimasero letteralmente senza parole; il silenzio durò per molti minuti. Alla fine, Kevin cominciò a dirigersi  in direzione opposta a quella che aveva visto Marshall scomparire. Il terreno era gremito di foglie cadute, il cui crepitio si confondeva con i passi dei due.

Sara osservò Kevin tastare tutte le sue tasche, come se stesse cercando qualcosa  di importante. Alla fine, sconfitto, si voltò verso di lei e sbuffò. Kevin aumentò il passo.

Ma mentre cercava di raggiungerlo, Sara per poco non inciampò su qualcosa. Era duro, e decisamente non una foglia. Incuriosita, si chinò per vedere cosa fosse. Scavò tra il piccolo cumulo di foglie secche, quando qualcosa di nero e plasticoso le giunse alle mani.

Notò dei pulsanti, di due colori distinti, e un piccolo display spento. Il fiato le si mozzò.

Un telecomando!

Improvvisamente, la scena dell’esplosione, il salvataggio di Kevin e lo scontro con Marshall le passarono in avanti veloce nella mente. Kevin l’aveva salvata esattamente al momento giusto, perché non era stato Marshall ad azionare il telecomando!

« Sara? Ci sei? »

La ragazza drizzò il capo; deglutì a fatica, ma cercò di non far trapelare il terrore.

« Sì, scusa, mi è solo… ». Si portò una mano all’orecchio e lo strofinò. «… caduto un orecchino. Ma sarà impossibile trovarlo in questo casino! »

Doveva allontanarsi il più possibile dalla terribile scoperta. Corse quindi verso Kevin e camminò vicino a lui.

Ripensò alle parole di Marshall: non la ucciderai. Voleva dire che era al sicuro? Perché Marshall aveva detto quelle parole? E perché non l’aveva salvata subito? In realtà, pensò Sara, la risposta a quella domanda era piuttosto semplice: si era fidata ciecamente di Kevin! Ma adesso che ci pensava, sembrava davvero che Marshall riuscisse in qualche modo a localizzarli. Aveva installato su di loro qualche dispositivo? Se era così poteva considerarsi al sicuro… forse.

In quel momento, Kevin si voltò e le sorrise. E Sara, con un sorriso tirato, si maledì con tutta se stessa.


Ecco terminato XD Per la verità mi sono chiesta se Sara tenterà di scappare o meno, se cercherà, una volta giunta in città, di mettersi in contatto con Marshall (sempre che Kevin non decida di tenerla lontana da ogni altro essere vivente, e questo potrebbe essere un problema), oppure se Kevin comincerà delle indagini per scoprire se hanno veramente qualche aggeggio strano attaccato per “geo-localizzarli” XD Insomma, lascia diversi scenari aperti abbastanza allettanti. Ovviamente, in queste poche righe, è difficile mettere su una storia veramente intrigante, però a me piace XD

Ho notato che comunque la mia mente si sta già abituando a partorire storie di questo genere, insomma sto imparando ad andare in bicicletta 😀 Mi piacerebbe raggiungere i 10 esercizi, spero di farcela ^^

Alla prossima!

Be Sociable, Share!

Comments

comments